OBIETTIVI FORMATIVI E SBOCCHI PROFESSIONALI Il tema delle reti interaziendali ed infraziendali è andato crescendo negli ultimi anni acquisendo un ruolo centrale nel dibattito sulla sanità italiana e nelle indicazioni programmatiche ministeriali e di alcune regioni, tra cui in primo luogo la Regione Marche che ne ha fatto l’asse portante del proprio assetto territoriale. La soluzione organizzativa dei modelli a rete porta in primo piano il problema della integrazione delle relative attività e strutture. In particolare due sono gli assi di integrazione che vanno attivati: una integrazione verticale che fa riferimento all’integrazione tra aziende, strutture o professionisti posti su differenti livelli di cura ed assistenza (assistenza di base, specialistica extraospedaliera, ospedaliera di base, ospedaliera con specialità intermedie o alta specializzazione); una integrazione orizzontale con riferimento ad aziende, strutture o professionisti posti sullo stesso livello di cura. Nel primo caso l’integrazione mira all’appropriatezza assistenziale e alla continuità assistenziale, nel secondo caso alla cooperazione finalizzata alla qualità delle cure e dell’assistenza erogate. Né va dimenticata l’integrazione coerente delle nuove conoscenze e tecniche che si sono sviluppate negli ultimi anni nel mondo scientifico grazie soprattutto allo sviluppo della genetica e della genomica. Si tratta in questo caso di una integrazione che riguarda, da un lato, l’approccio molecolare predittivo-preventivo e, dall’altro, l’approccio clinico diagnostico-terapeutico con ricadute non solo sul carattere individuale della malattia, ma anche sull’intera organizzazione dell’offerta di servizi, con notevoli spostamenti sulla centralità delle strutture tradizionali di diagnosi e cura rispetto a quelle più soft di prediazione-prevenzione.. I processi di integrazione richiedono orientamenti e competenze specifiche che vanno acquisite e sperimentate sul campo secondo un approccio innovativo che vede il cambiamento come motore necessario di un Sistema di salute pubblico che, in epoca di isorisorse, ha necessità di RI-CONOSCERSI, RI-DEFINIRE le responsabilità di ogni operatore, RIATTIVARE il senso di appartenenza, RI-INVENTARE le risposte da dare a bisogni sempre più complessi della popolazione entro contesti economico-sociali di ampia globalizzazione. L’obiettivo generale del Master è stato quello di modellare “i nuovi operatori” del Servizio sanitario regionale facendo acquisire loro le competenze necessarie per ricoprire la posizione organizzativa di responsabile di struttura nell’ambito di un sistema sanitario a rete in continua evoluzione e cambiamento. L’obiettivo formativo è stato quindi quello di trasferire a tali figure differenti competenze, relativamente all’organizzazione aziendale ed alla gestione delle reti sanitarie, al marketing operativo e alla comunicazione, alla concertazione e all’uso di strumenti giuridici, al sistema 2 di pianificazione e controllo, all’interno di una scelta epistemologica che enfatizza la riflessività dei singoli e del sistema, la creatività e il problem solving in una logica dinamica e processuale.
ARTICOLAZIONE DELL’ATTIVITÀ FORMATIVA
Il Master ha previsto un numero complessivo di 1500 ore di formazione così suddivise:
Le 438 ore di didattica frontale si sono distribuite su due giornate settimanali (8 ore il venerdì e 4 ore il sabato).
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